A cura del Dott. Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta a Roma

Il divorzio è un tema molto doloroso per la coppia ma lo è ancora di più quando coinvolge i figli. Prima di approdare a questa decisione, i coniugi-genitori dovrebbero valutare le alternative per non frantumare la famiglia, ma quando questo non è possibile, rimanere insieme ad ogni costo produce solo autentici disastri e squilibri affettivi. Il problema non è essere una famiglia separata ma il clima che successivamente si crea e la gestione affettiva che i genitori, pur separati, riescono a garantire ai figli.

 

Il divorzio è una decisione che modifica profondamente l’assetto familiare, ridisegna nuovi equilibri e modalità relazionali. Può essere letto come il fallimento del progetto di coppia che coinvolge, malgrado le migliori intenzioni, anche i figli. Vale la pena ricordare che pur smettendo di essere coniugi, si rimane sempre genitori con la responsabilità di educare, sostenere e guidare i figli nell’affrontare le vita.

Il passo più importante è quello della valutazione del momento in cui comunicare ai figli la decisione del divorzio. Questo presuppone che non ci siano ripensamenti da parte dei coniugi, che entrambi abbiano maturato la scelta di separarsi e di non tornare più indietro per evitare di ingenerare confusione inaffidabilità. La coerenza dei fatti con le parole è di fondamentale importanza per traghettare i figli, senza produrre eccessiva instabilità, da un assetto familiare di coppia/famiglia unita a d uno di coppia genitoriale separata. E’ fortemente consigliato ad entrambi i coniugi di accordarsi in precedenza su cosa e come comunicare la notizia ai figli, al fine di garantire una coerenza nel racconto che non deve screditare nessuno dei due genitori agli occhi dei figli. I conflitti della coppia devono essere lasciati fuori dalla relazione genitori-figli. Questo implica non parlare male l’uno dell’altro e non mettere al corrente i figli delle problematiche profonde della coppia ma comunicare la motivazione che li ha portato a prendere tale decisione. Quando non si verifica tale condizione, i figli ascolteranno due punti di vista diversi dei fatti che creerà in loro instabilità, incertezza e paura per il loro futuro. Usare i figli come strumenti per ricattarsi reciprocamente e confidare loro il proprio dolore è un modo subdolo di manipolare la prole in funzione dei propri bisogni. Una comunicazione chiara e diretta aiuta i figli a sviluppare un quadro chiaro e a sentirsi rassicurati e ascoltati. Svilupperanno in questo modo una chiara percezione che i genitori saranno sempre al loro fianco indipendentemente dalla separazione. Inoltre le parole usate devono essere adeguate all’età. Ai bambini più piccoli dovranno essere spiegati i cambiamenti concreti a cui andranno incontro, tralasciando le motivazioni personali che hanno condotto i genitori a separarsi. Quando i figli sono più grandi, i genitori hanno la possibilità di spiegare loro in parte le motivazioni e i loro stati emotivi, senza però eccedere in confidenze. Questo aiuterà i figli a sentirsi a proprio agio nell’esprimere le loro emozioni e di liberarsi dai sensi di colpa. I figli adolescenti possono avere a volte reazioni violente o esprimere ricatti, rispetto ai quali i genitori non devono abdicare perché questo vanificherebbe l’attendibilità della loro decisione. Non dimentichiamo mai che i figli non si devono mai sentire responsabili del divorzio dei loro genitori.

 

Bibliografia:

B. Masini, M.Zani, Io non mi separo; Ed. Carthusia

A.Pellai, Vi lasciate o mi lasciate; Ed. Erickson

A.G.Miliotti, Le fiabe per parlare di separazione. Un aiuto per grandi e piccini; Ed. Franco Angeli

www.associazionigea.it

www.spaziomef.it

www.aimef.it

www.simef.net