Cosa vuol dire oggi essere una mamma single? Si può crescere un figlio soli? Quali sono le difficoltà, le paure?

Lo abbiamo chiesto a chi, ogni giorno, da 10 anni, con fatica, ce la fa!
Ecco l’intervista ad Antonella di Diario due punto zero.
 
Ciao Antonella, 
ti presenti ai nostri lettori?
 
Ciao Arianna, ho 45 anni, vivo in provincia di Pescara, sono mamma-single di Lucrezia che tra pochi giorni compie 10 anni, lavoro nel commercio e ho un blog…il primo è il mio lavoro “ufficiale” mentre il secondo è la mia passione.

Da quanto tempo sei single?

 
Dal terzo mese di gravidanza. Mi preme dire che non è stata una decisione subita ma voluta, in considerazione della situazione all’ epoca. Quando il compagno non è pronto è totalmente inutile insistere, sta a chi è più forte, più coraggioso e soprattutto più onesto a valutare e decidere, con tutto quello che ne consegue. 

Come si sente una donna che affronta la gravidanza da sola?

 
Quando ho preso la fatidica decisione sapevo che non sarebbe stata una passeggiata di salute, ma sono una donna orgogliosa che mai e poi mai si fa vedere abbattuta. I mesi della gravidanza li ho passati tra alti e bassi, non tutti capiscono come ci si sente quando vai da sola dal ginecologo o quando ogni mese al momento dello stipendio ti rechi nei vari negozi perché vuoi che a tua figlia non manchi nulla e tre giorni dopo il conto in banca è in rosso.

Quali sono le difficoltà nel crescere un figlio completamente da sole?

 
Le difficoltà sono tante a cominciare dal fatto che si è completamente sole nel prendere decisioni e molte volte si avrebbe bisogno di condividere le “preoccupazioni” con l’altra persona. Oppure quando vai a fare un documento per la bambina e negli uffici ti guardano come se avessi commesso un omicidio e nei loro occhi leggi il GIUDIZIO, visto che mia figlia porta il mio cognome. Oppure ancora quando le presunte amicizie non capiscono che c’è una differenza oggettiva tra l’essere una madre-single separata e una madre-single come me che non sempre non riesce a gestire il proprio tempo tra lavoro,casa e figlia e ti lasciano sola tra mille critiche.

Ci sono stati momenti in cui pensavi che non ce l’avresti fatta?

 
Tutti i giorni da quasi 10 anni a questa parte! Ti dirò io per assurdo mi ritengo anche fortunata: ho un lavoro e due genitori che, seppur anziani, mi aiutano tanto.
Lucrezia cresce ed è una bambina che mi rende semplice e facile il mio “lavoro” di madre/padre.

Cosa hai raccontato o racconterai a tua figlia?

 
Te la farei conoscere ( rido )… Lucrezia sta crescendo con la consapevolezza che non esistono le famiglie “normali” ma famiglie, punto. Non si pone domande nel vedere coppie omosessuali o genitori-single, le ho spiegato fin dai 3 anni di vita che ognuno di noi ha il proprio concetto di normalità, che è soggettivo e non oggettivo, che l’amore è universale e che per fare figli si può essere anche sole!
Quando e se mi chiederà del padre le racconterò tutto e se lei vorrà incontrarlo sarà liberissima di farlo. Spero solo che non dovrà subire la conoscenza… anni fa mi sono consultata con una psicoterapeuta che mi disse ” Vieterei per legge questi padri che riappaiono dopo 20 anni, non hanno idea del danno che arrecano alla psiche di una persona! “
 
 
Grazie Antonella e in bocca al lupo!!

 Puoi seguire Antonella sul suo blog Blodiario2.0 o sulla sua pagina facebook

 
 
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