Ho “incontrato” Patch Adams per la prima volta al cinema, grazie alla pellicola cinematrografica che lo ha consacrato a livello mondiale.

L’ho “incontrato” di nuovo qualche giorno fa, grazie a Mediolanum Corporate University, al teatro Eliseo, nel loro ciclo di eventi “Centodieci è Ispirazione“, una occasione per far incontrare persone speciali con la community Mediolanum, per condividere le loro esperienze ed i loro valori, affinché questi possano essere di ispirazione di una nuova visione positiva del mondo.

Ed è così: certi incontri, nella vita, lasciano un segno profondo, indelebile. La tua vita potrà trascorrere come sempre, ma non sarà più la stessa.

(“Vestito così, ho sedato circa 10mila litigi… bastava avvicinarmi, ed osservare”)

Patch Adams sale sul palco, ed è molto diverso dalla versione Hollywodiana: altissimo, capelli lunghi racchiusi in una coda, per metà blu. Viene da chiedersi come mai non abbiano scelto un attore più somigliante.

 

Hunter Doherty Adams, detto Patch, nasce nel 1945, a Washington, e la sua fanciullezza trascorre serena accanto alla madre e al fratello, in giro per il mondo per le basi militari a causa del lavoro del padre.

Crescendo, realizza che la realtà è ben diversa dal mondo di sani principi e uguaglianza che la madre ha raccontato. Nel 1961, in America, le persone di colore non possono entrare ancora nei ristoranti, o usare una toilet. Entra in crisi e tenta il suicidio per ben 3 volte. Poi, ad un certo punto, la svolta:

 

“Mi sono detto… sciocco, non devi ucciderti, devi fare la rivoluzione! E da questa idea, ho iniziato a chiedermi ‘Bene, quale sarà la mia rivoluzione?’ E ad un certo punto ho preso una decisione “politica”: quella di essere felice tutta la vita!”

Per riuscire nel suo intento, la strategia di Patch si basa su 2 regole:

1) Ha iniziato ad esser grato: “Mi sono tuffato nell’oceano della gratitudine e non ho ancora trovato un approdo”.

2) Ha racchiuso la ricerca della gioia in 3 principi: intenzione, performance, conseguenze.

“Non sto dicendo: ‘cercherò di amare la vita’. Non sto dicendo: ‘potrei amare la vita’ o ‘vorrei amare la vita’ ma sto dicendo: ‘IO VOGLIO AMARE LA VITA’. Dovete scegliere una intenzione, chiedervi quale è la sua migliore interpretazione, e capire se vi piacciono le conseguenze o, se volete, potete scegliere un’altra interpretazione.” E ancora “i buddisti dicono ‘sii presente nell’attimo’. Non dimenticate mai quale è la vostra intenzione!”

La domanda sorge spontanea, dal pubblico. Bisogna possedere una caratteristica innata, o tutti possono essere felici?

La risposta è semplice e diretta, come tutto il discorso:”chiunque può decidere di essere felice ogni giorno della vita. Basta chiedersi ‘chi voglio essere?’ e porre attenzione, in ogni secondo, perchè voi amate la vostra decisione.”

Patch prosegue nel racconto della sua vita. Decide di essere medico, ma si accorge che la medicina non ha niente a che vedere con il benessere dei malati. Le visite durano 10 minuti, è solo business.

Ed è il momento di una nuova rivoluzione. Decide di non percepire denaro per la sua professione, e i colloqui con i suoi pazienti durano 4 ore. 4 ore!

Si rende conto che nessun medico consiglia di fare sport semplicemente perchè molti malanni passerebbero, toglierebbero mole al business.

Quindi primo consiglio per essere sani è lo sport: attività aerobica, yoga o stretching, e pesi.

Il secondo consiglio è: amicizia! Un amico, tuttavia, non è un check in una lista di cose da fare. Un amico deve portarti in uno stato inebriante, quello di cui si ha bisogno è un vero amico. “Se hai un amico così, non puoi essere depresso. Non te lo permetterebbe!”

Prosegue con: “Abbracciatevi di più! e non un abbracio ad A, ma un abbraccio vero”

“Il mio abbraccio più lungo con un paziente è durato 12 ore. Esperienza interessante… non noiosa… interessante!”

E ancora “e quando siete tristi, ballate… ma non ballate semplicemente, intendo un rock scatenato!” e trascina il pubblico, me compresa, in un improbabile e divertente ballo rock sul palco!

E conclude con “Non potete sapere se sorridendo a qualcuno che non conoscete per strada, con quel sorriso gli state salvando la vita!”

Ecco. Questa è l’intenzione che abbracciai al nostro “primo” incontro. E oggi, dopo circa 16 anni, questa intenzione è ancora mia, e le conseguenze sono davvero stupefacenti!

Grazie Patch Adams, grazie Mediolanum Corporate University!

“Il più grande dono che una madre possa fare ad un figlio è l’autostima. Continuava a ripetermi ‘sei bellissimo, sei bellissimo!’ e alla fine mi sono detto ‘deve pur esserci qualcosa in me’ e mi ha convinto.” – Patch Adams