L’ovaio policistico è una sindrome abbastanza comune tra le donne di qualsiasi età anche se è più diffuso nelle donne in età riproduttiva. Si tratta di un disturbo che colpisce il sistema endocrino. Le donne accusano un ingrossamento delle ovaie che contengono degli accumuli di cisti liquide dette “follicoli”. I sintomi dell’ovaio policistico includono brufoli, diminuzione della crescita dei capelli, alopecia, sovrappeso e un ciclo mestruale irregolare, peluria in eccesso sul viso e sul corpo.

 

La diagnosi, solitamente, viene eseguita per esclusione e tramite alcuni esami: vengono considerati i sintomi ed escluse patologie possibili; vengono, poi, fatte analisi del sangue, esame pelvico ed ecografia. Le cure per la sindrome dell’ovaio policistico sono rivolte anche alla risoluzione dei problemi ad essa legati: ad esempio, l’infertilità, l’acne, l’irsutismo e l’obesità. Il disturbo si può eliminare con i farmaci, ma anche con rimedi naturali. I farmaci possono servire per regolare il ciclo mestruale, ridurre il rischio di cancro endometriale e fermare il sanguinamento anomalo: in questi casi, potrebbe essere utile la pillola anticoncezionale, cerotti o anelli vaginali o progesterone a cicli. Un valido supporto all’utilizzo dei farmaci è l’alimentazione, importante è impostare una dieta a indice glicemico controllato. L’indice glicemico indica la velocità con la quale la glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) si innalza a seguito dell’assunzione di un alimento. Di seguito alcuni consigli alimentari e di stile di vita da seguire:
   

              assumere un’adeguata quantità di fibra.

              ridurre gli zuccheri semplici e controllare l’apporto di carboidrati complessi. Riso, pasta e pane integrali in alternativa ai corrispettivi raffinati (almeno la metà dei cereali consumati dovrebbero essere integrali). Preferire pasta o riso cotti “al dente”.

              ridurre il consumo di grassi in particolare i grassi saturi.

              preferire metodi di cottura come: il vapore, microonde, griglia o piastra, pentola a pressione, piuttosto che la frittura, la cottura in padella o bolliti di carne.

              non saltare mai la colazione.

              consumare pasti completi (carboidrati + proteine + verdura) a pranzo e cena.

              assumere verdura, almeno una porzione ad ogni pasto, cruda o cotta. La varietà nella scelta permette di introdurre correttamente i sali minerali, le vitamine e gli antiossidanti necessari per l’organismo.

              assumere frutta da consumare ogni giorno in numero di due-tre frutti di medie dimensioni. La frutta andrebbe consumata con la buccia (ben lavata). Evitare frutta molto ricca in zuccheri come banane, cachi, fichi, uva, ma anche frutta disidratata e sciroppata.

              pesce (fresco o surgelato), da preferire a tutti gli alimenti ricchi di proteine. È consigliabile consumarlo, nelle dosi prescritte, almeno tre volte alla settimana.

              formaggi da consumare come secondo, al posto di carne (2 volte a settimana) o due uova (1 volta a settimana). Preferire i formaggi a ridotto contenuto di grassi e colesterolo e moderare le quantità.

              uova, il loro consumo è importante ma, non deve essere superiore a due uova la settimana, compreso il loro utilizzo per la preparazione di altri piatti.

              affettati, la scelta va limitata al consumo di quelli più magri (prosciutto cotto, crudo, bresaola, speck, arrosto di tacchino e pollo) privandoli del grasso visibile senza superare le due volte la settimana.

              carne: manzo, vitello, vitellone, pollo, coniglio, tacchino, lonza di maiale, cavallo, scelte nelle parti più magre e private del grasso visibile.

              latte e yogurt scremati o parzialmente scremati.

              i legumi (ceci, fagioli, piselli, fave, ecc.) sono un’importante fonte di proteine vegetali (possono pertanto essere considerati dei veri e propri secondi piatti). Si consiglia di consumarli in associazione ai cereali (1 o 2 volte alla settimana) componendo così dei piatti unici.

              bere almeno 1,5 litri di liquidi al giorno. Evitare bevande zuccherine come cola, acqua tonica, tè freddo, ma anche succhi di frutta, perché contengono naturalmente zucchero anche se riportano la dicitura “senza zuccheri aggiunti”. Evitare alcolici e superalcolici. Forniscono solo energia e non nutrienti favorendo l’incremento ponderale.

              olio extravergine d’oliva a crudo, aggiunto alle pietanze col cucchiaio e con moderazione. Evitare condimenti grassi come burro, lardo, margarine, pancetta, panna, salse in genere. Ridurre il sale.

              effettuare una regolare attività fisica, preferibilmente di tipo aerobico, a bassa intensità e lunga durata (come la corsa, la camminata, il nuoto, ecc.), in quanto migliora notevolmente la risposta dei tessuti all’insulina.

              non fumare! Il fumo rappresenta un ulteriore fattore di rischio cardiovascolare oltre ad essere dannoso per le ovaie.

              in caso di sovrappeso o obesità si raccomanda la riduzione del peso e del “giro vita” ossia la circonferenza addominale, indicatore della quantità di grasso depositata a livello viscerale. Valori di circonferenza vita superiori a 94 cm nell’uomo e ad 80 cm nella donna si associano ad un rischio cardiovascolare “moderato”, valori superiori a 102 cm nell’uomo e ad 88 cm nella donna sono associati ad un “rischio elevato”. Tornare ad un peso normale permette di ridurre non solo i livelli di glicemia nel sangue, ma anche di ridurre gli altri fattori di rischio cardiovascolare (come ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia).

 

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