A cura della dottoressa Nella Dugo

Durante i 9 mesi della gravidanza è fondamentale controllare l’aumento del peso corporeo, per
evitare le possibili complicanze, non solo materne, ma anche fetali.

Normalmente le donne aumentano in media dagli 8 ai 13 kg durante i 9 mesi. Ovviamente bisogna tenere conto del peso di partenza, nelle donne sottopeso è possibile un aumento fino a 18 kg, mentre in quelle obese o sovrappeso anche inferiore agli 8 kg. Tale aumento non sempre è graduale, nei primi tre-quattro mesi, a causa di nausea e vomito, si può, infatti, assistere anche ad un dimagrimento o comunque non esserci un incremento del peso.

Il metabolismo durante la gravidanza si modifica per soddisfare i nuovi bisogni e per prepararsi all’allattamento. Inoltre, gli ormoni legati alla gravidanza favoriscono l’appetito.

Spesso le donne vengono incoraggiate dai familiari a “mangiare per due”, ma questo consiglio,
oltre ad essere errato, può anche rivelarsi dannoso. Per garantire un nutrimento adeguato basta
incrementare la normale dieta di circa 300-400 calorie.

Il problema del peso in gravidanza non è soltanto un fattore estetico, infatti, un aumento eccessivo rischia di enfatizzare delle problematiche tipiche della gravidanza, come emorroidi e mal di schiena; fino ad arrivare a gravi complicanze materne e fetali, come il diabete gestazionale con eventuale macrosomia fetale (bambini con peso superiore ai 4 kg) e polidramnios (aumento del liquido amniotico), ipertensione e preeclampsia (“gestosi”).

Per controllare adeguatamente il peso è necessaria un’alimentazione equilibrata e, a meno che non sussistano indicazioni mediche, non esistono controindicazioni allo svolgimento di attività fisica in gravidanza.

E’ consigliabile limitare il consumo di zuccheri raffinati, quindi i dolci, di grassi di origine animale,
come il burro e gli insaccati, del sale da cucina e di alcolici, come vino e birra.

Per quanto riguarda l’attività fisica bisogna prediligere le attività svolte in acqua, per il minore
carico muscolo-articolare, in particolare sono consigliati il nuoto e l’acquagym, ma possono essere svolte anche altre attività aerobiche, passeggiate, yoga e pilates.

Un’attività fisica leggera può essere svolta fin dal primo trimestre e se effettuata con regolarità
permette di controllare l’aumento di peso, diminuisce il rischio di sviluppare il diabete gestazionale, migliora la circolazione a carico degli arti inferiori (permette di diminuire o evitare il classico gonfiore a gambe e piedi, che si verifica soprattutto nel III trimestre) e permette una diminuzione del dolore lombare, dovuto all’accentuazione della lordosi (la concavità posteriore del tratto di colonna vertebrale al di sopra del bacino) col progredire della gravidanza.

L’attività fisica è sconsigliata nelle donne affette da patologie pregresse o che presentano patologie ostetriche, come l’incompetenza cervicale, la rottura prematura delle membrane e il ritardo di crescita fetale. L’allenamento va, inoltre, modulato anche in base al livello dell’attività sportiva svolta prima della gravidanza.

Quindi bisogna sempre consultare il ginecologo, al fine di escludere qualsiasi controindicazione
prima di iniziare o continuare l’attività fisica in gravidanza.